Celia Cruz

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La regina della Salsa

Celia Cruz “La regina della Salsa” è l’icona delle cantanti di musica Latina di tutto il ‘900.

È conosciuta in tutto il mondo per la sua famosa esclamazione ¡Azúcar! (in italiano: Zucchero!), simbolo del suo modo ottimista di affrontare la vita e del suo orgoglio di cittadina cubana (la canna da zucchero è infatti uno dei principali prodotti dell’agricoltura dell’isola).

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Celia Cruz

Úrsula Hilaria Celia de la Caridad Cruz Alfonso, Celia Cruz, nacque nel 1925 nei dintorni de La Habana, Cuba.

Studiò per diventare maestra, secondo la volontà di suo padre, per seguire una professione molto comune fra le donne cubane dell’epoca, ma la sua notorietà come cantante era talmente in crescita che, sostenuta dalla madre, scelse di continuare gli studi al Conservatorio. Fu uno dei suoi stessi insegnanti a spingerla definitivamente ad abbandonare gli studi per dedicarsi alla musica a tempo pieno.
Nel 1947 vinse la competizione musicale “La hora del té”, che le fornì il trampolino di lancio per la sua carriera professionale.
Nel 1948 registra il suo primo disco, e fa le sue prime tournée in Venezuela e in Messico.
La sua scalata al successo cominciò negli anni ’50, come cantante dell’orchestra La Sonora Matancera. Con lei al canto, l’orchestra, già conosciuta, divenne più popolare, e compì diverse tournée in nord e centro America, contribuendo allo sviluppo della Salsa.

Quando salì al potere Fidel Castro nel 1959, Celia Cruz si trasferì negli Stati Uniti, mentre era in tournée in Messico con La Sonora Matancera Nel 1961 divenne cittadina Statunitense e Fidel Castro le impedì di ritornare nella sua terra nativa, in cui poté effettivamente fare un solo concerto, nella base americana di Guantánamo. Nel 1962, dopo aver appreso la notizia della morte dei suoi genitori, decise di vivere stabilmente a New York e si sposò con il suo manager Pedro Knight, accanto al quale rimase per tutta la vita.

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Celia Cruz

Inizialmente rimase relegata nella comunità degli esuli cubani, ma nel ’66 entrò a far parte della orchestra di Tito Puente, guadagnando popolarità e l’affetto dei suoi fans ogni giorno di più anche grazie alle sue capacità istrioniche sul palco: tipicamente si vestiva in modo coloratissimo e indossava vistose parrucche.

Nel 1973 cantò la sua prima canzone di Salsa, “Gracia divina”, e nel 1974 iniziò la collaborazione con Johnny Pacheco, che era considerato uno dei padri della salsa: il loro album “Celia y Johnny” ebbe un successo strepitoso. Vinse il disco d’oro e ogni brano fu celeberrimo: “Químbara”, “Toro Mata”, “Vieja Luna”, “Lo tuyo es mental”. Cominciò a collaborare anche con Fania All Stars, e incise altri grandi successi, come “El guaba”, “La dicha mía”, “Así cantaba papá”, “Cúcala”.
Nel 77 lavorò anche con l’orchestra di Willie Colón.
Nel 1998 incise il disco “Mi vida es cantar” che contiene la sua canzone più famosa in Italia, “La vida es un carnaval”.

Monumento a Celia Cruz

Monumento a Celia Cruz nel New Jersey

Francobollo dedicato a Celia Cruz

Francobollo dedicato a Celia Cruz

Continuò a esibirsi sulla scena e a registrare brani fino agli anni ’90: incise oltre 75 dischi, fra i quali ben 23 divennero dischi d’oro, con Tito Puente, Fania All-Stars ed altri collaboratori, e vinse diversi Grammy e Latin Grammy. Prese parte anche a diversi film e programmi televisivi in tutto il mondo, persino ad una telenovela, è presente nella Walk of fame di Hollywood e di Miami, e fu insignita della Medaglia Nazionale Americana delle Arti. Miami le ha anche dedicato una via! Le è stato dedicato un monumento a Union City, nel New Jersey, la seconda città americana, dopo Miami, con la più grande comunità cubana. Gli Stati Uniti le hanno persino dedicato un francobollo.

Innumerevoli gli spettacoli in suo onore, e i riconoscimenti che le furono tributati.

Morì nel New Jersey nel 2003, a 77 anni, dopo due anni di malattia, colpita da un cancro al cervello. Ciononostante, continuò a cantare fino all’ultimo.

 

 

In questo stesso anno firmò un contratto con Sony music. Nel 1999 usci una raccolta di artisti vari, Fuerte navidad con Chichi Peralta, Franco De Vita e Marcela Morelo. Nel 2000, con l’album Celia and friends vince il suo secondo Grammy, premio che ottenne anche l’anno successivo con l’album Siempre viviré.

 

 

Dopo la sua morte il suo corpo, avvolto nella bandiera cubana, fu portato a Miami e a New York, in modo che tutti potessero renderle omaggio. A Miami circa 150 000 persone presero parte alle sue esequie ed un numero simile si ebbe a New York, dove il suo funerale è stato il più affollato che la città abbia visto, dai tempi di quello di Judy Garland nel 1969. Il momento più commovente delle celebrazioni, si è avuto quando, durante la messa nella cattedrale San Patrizio di New York, Victor Manuelle ha cantato a cappella dal leggìo le note di “La vida es un carnaval” con parte del testo modificato a braccio con parole dedicate a Celia Cruz, similmente così come aveva fatto pochi mesi prima durante l’omaggio alla stessa Celia nell’introduzione allo spettacolo a lei dedicato di Telemundo, con ulteriore coinvolgimento emotivo di tutti i partecipanti alla cerimonia, altro momento toccante è stato quando la cantante e amica di Celia Cruz Patti LaBelle ha intonato una commovente Ave Maria.

 

Nel 2009 uscì il libro: Celia Cruz Mi Vida – L’Autobiografia con prefazione di Franco Battiato.

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